Se sei a capo di una start up in fase pre-seed, o a capo di una PMI e stai valutando se effettuare o meno un determinato investimento, allora questo articolo potrebbe fare al caso tuo. Oggi affronteremo insieme un argomento molto importante in termini di investimenti finanziari : lo studio di fattibilità. Si tratta in effetti di un documento molto importante per le giovani imprese che si trovano davanti ad una scelta difficile di investimento. Se pensi che l’argomento possa essere di tuo interesse, rimani con noi, leggi l’articolo fino in fondo e scopri come si può concludere uno studio di fattibilità
Studio di fattibilità: cos’è e qual è il suo obiettivo
Prima di spiegarti come si mette in pratica uno studio di fattibilità, è importante avere chiaro a mente di cosa si tratta. In breve, lo studio di fattibilità è un documento attraverso il quale noi valutiamo, la fattibilità economica finanziaria e strategica di un determinato progetto, che può essere l’acquisizione di un’azienda oppure il lancio di una start-up quando si trova ancora nella fase pre-seed. L’obiettivo di uno studio di fattibilità è quindi abbastanza palese : si tratta di capire se è conveniente investire risorse umane, di tempo e di denaro in un determinato progetto. Se uno studio di fattibilità si conclude infatti con un parere negativo, probabilmente si deve ripensare il progetto, oppure risparmiare le risorse per altri investimenti più redditizi.
Le fasi di degli studi di fattibilità
Vediamo adesso quali sono le fasi per compiere uno studio di fattibilità.
Innanzitutto, si parte da una breve descrizione del progetto o della start-up. Che cos’è, come funziona e, se è applicabile, quali sono i suoi mercati e quindi il target geografico.
Una volta conclusa la prima fase, si analizza il target fisico: chi sono i potenziali clienti a cui si rivolge il prodotto o il servizio. In questo step si identificano i segmenti target, e se ne descrivono le capacità di spesa, il comportamento di spesa, e la loro inclinazione a essere consumatori fedeli o meno. Si tratta dunque di un passaggio fondamentale per capire se i segmenti target a cui ci riferiamo riusciranno a supportare il fatturato, che andremo a vedere nei prossimi step.
Successivamente si passa all’analisi del mercato all’interno del quale si colloca la start-up o il prodotto / servizio, e all’analisi dei competitor, sia diretti che indiretti, per trovare su di loro maggior numero di dati possibile.
Identificati i competitor si proseguirà con la valutazione competitiva della nostra impresa. In altre parole, bisognerà identificare quali sono i motivi che potrebbero spingere i clienti ad abbandonare gli incumbent per passare ai nostri prodotti.
In seguito passeremo all’analisi TAM SAM e SOM, per valutare la consistenza del nostro fatturato previsto, e stimare il fatturato previsto per i prossimi 3 – 5 anni.
Ma prima di farlo, sarà necessario svolgere un’analisi di pricing per identificare a quale prezzo potrà essere venduto il prodotto o servizio. Al fatturato seguirà il calcolo del Brek even point.
Ed infine si passerà ai Financial Statements, per redigere il conto economico previsionale e conoscere quali saranno tutti i costi e le spese previsti. Conoscendo anche l’entità degli investimenti necessari in immobilizzazioni materiali e immateriali sarà possibile calcolare anche l’ammortamento, concludendo il economico previsionale con il calcolo di EBITDA, EBIT e profitti netti.
Si scriverà poi il rendiconto finanziario e lo stato patrimoniale per capire l’entità complessiva dei finanziamenti per attuare il piano industriale e si procederà con l’analisi SWAT prima di tirare le conclusioni dello studio di fattibilità.
Le conclusioni dello studio di fattibilità
Lo studio di fattibilità potrà essere concluso essenzialmente in tre modi, prendiamo un semaforo come esempio. Se alla fine del nostro studio di fattibilità il semaforo sarà rosso significa che lo studio ha evidenziato delle criticità molto forti che se non risolte, porterebbero a una perdita economica, oppure che il progetto presenta delle criticità, quindi potrebbe anche essere interessante da un punto di vista strettamente economico ma non attuabile. A questo punto sta all’imprenditore capire se le correzioni suggerite siano fattibili oppure se stravolgano completamente il suo business model e quindi l’unica cosa da fare è fermarsi.
Se invece lo studio si concludesse con il semaforo giallo, significa che ci sono delle criticità ma che, nella maggior parte dei casi, possono essere risolte. Una volta quindi posto rimedio ai problemi si può procedere con la fase successiva.
Semaforo verde invece significa che lo studio di fattibilità non ha rilevato nessun problema e quindi l’imprenditore può procedere con il progetto.
I passi successivi ad uno studio di fattibilità
Nell’eventualità in cui il nostro studio di fattibilità si concluda in maniera positiva, si può pensare di procede alle fasi successive allo studio, in base alle preferenze di finanziamento dell’imprenditore.
Se l’imprenditore volesse procedere tramite un investitore in equity (business angel o VC) il prossimo passo sarà la valutazione del suo progetto, con l’obiettivo di capire la percentuale di capitale sociale che sarà riservata al socio investitore (valori pre-money e post-money). Allo stesso tempo l’investitore vorrà capire quale potrà essere il rendimento all’exit e quando sarà collocata all’exit.
La valutazione di un’azienda in questo caso ricopre una posizione molto importante del business plan, e per questo ti invitiamo ad affidarti a professionisti esperti come noi di Financial Researches, per garantirti il miglior tipo di valutazione della tua impresa.
Se invece l’imprenditore pensa di finanziare il progetto con capitale di debito cioè ricorrendo a un prestito bancario servirà stimare l’importo da chiedere alla banca ed inserire la restituzione del capitale più il pagamento degli interessi nel rendiconto finanziario.
Prima di concludere il nostro articolo, è importante fare presente che tutto ciò dovrà essere seguito da una fase di testing, del prodotto e/o servizio che l’imprenditore si accinge a vendere sul mercato. Anche se possibilmente complessa e time consuming, questa fase ricopre un ruolo molto importante nello studio di fattibilità.
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